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Remino (ex fisioterapista Juve): «Vialli un trascinatore. Vi racconto quel confronto a Venezia» – ESCLUSIVA

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Valerio Remino, ex fisioterapista della Juve dal 1980 al 1994, ha voluto ricordare Gianluca Vialli in esclusiva a Juventusnews24

Dal 1992 al 1996: quattro anni per scrivere la storia. Questo è stato Gianluca Vialli per la Juventus, storia. 1 Scudetto, 1 Coppa Italia, 1 Supercoppa, 1 Coppa Uefa e soprattutto 1 Champions League nel suo palmares in bianconero. Quella maglia l’ha indossata, l’ha onorata, la resa grande: in campo e fuori. Per le sue qualità in campo, per il suo DNA Juve, ma anche per l’uomo straordinario fuori dal rettangolo di gioco. Di lui ha parlato in esclusiva a Juventusnews24 Valerio Remino, storico fisioterapista del club dal 1980 al 1994 e che con Luca ha vissuto due anni della sua carriera dopo il suo trasferimento dalla Sampdoria a Torino. «La squadra era un po’ diffidente nei suoi confronti e lui era diffidente nei confronti della squadra – Remino sul primo ricordo del Vialli bianconero -. Era già un giocatore maturo, aveva già vinto e quindi poteva dare l’errata convinzione di essere venuto a Torino a prendersi un lauto stipendio. Questo era l’inizio di Vialli. Dopo alcune settimane che era con noi si era capito che era venuto per trovare nuovi stimoli e cercare nuove vittorie. Fu bravo a costruire la Juventus vincente».

Ma c’è un ricordo personale che lo legherà per sempre e indissolubilmente a Gianluca: «Avevo preso la decisione di lasciare la Juventus, c’erano stati dei cambiamenti ed ero stanco fisicamente e psicologicamente. Arrivavo da anni molto difficili, l’ultimo complicato con Maifredi. Poi il ritorno di Trapattoni, sentivo molta responsabilità. Non riscontravo poi nella nuova dirigenza una fiducia nei miei confronti. Parlando con i miei familiari ho pensato di ritirarmi dal mondo calcistico e dedicarmi alle mie attività. Questo aveva colto di sorpresa anche i più giovani, come Del Piero che ci era rimasto molto male, amareggiato dalla mia decisione. Durante la mia ultima trasferta fatta con la Juventus, mi ero confrontato con Vialli su quella panchina a Venezia. Gli avevo spiegato le mie ragioni, che era una decisione meditata, che ero stanco. Lui ha accettato questo. Mi ha detto che era pronto a fare da garante con la nuova dirigenza perché mi volevano ancora con loro per creare una squadra vincente. L’ho ringraziato però gli ho detto che la mia scelta era già stata presa e che non sarei tornato indietro. Mi ha risposto che ero una persona che ha vissuto grandi esperienze, che non avrei avuto poi dei rimpianti. Ha detto che rispettavano la mia scelta e che da quella sera la Juventus sarebbe stata priva di un personaggio come me. Così finì il nostro confronto con un abbraccio e un augurio per il prosieguo delle nostre vite».

Per spiegare poi la sua grandezza anche fuori dal campo: «Luca era un trascinatore, un motivatore, dava una mano ai giovani in campo e fuori. Se ha raggiunto quello che ha raggiunto e vinto quello che ha vinto lo deve molto anche al carattere da combattente che ha sempre avuto».

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