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Giudice Rinaudo: «Carta Covisoc, Chinè aveva ragione. Niente di anomalo»

Juventus News 24

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Il Giudice del Tribunale Federale Rinaudo ha analizzato le ultime novità in merito all’inchiesta Juve: le sue dichiarazioni

Rinaudo, Giudice del Tribunale Federale, ha così parlato dell’inchiesta Juve nella sua intervista a Tuttosport.

NOTA COVISOC – «La nota Covisoc non sposta nulla, nel merito. La procura solo nel momento in cui ha notizia di fatti o atti rilevanti cioè una notizia crimini, procede alla iscrizione nel registro. Forse La Juventus riteneva che quella nota fosse fondamentale, invece da quello che emerge risulta essere inconferente. Ecco perché non è cambiato assolutamente nulla».

PERCHE’ L’HANNO NASCOSTA – «È probabile che giustamente il procuratore Chiné abbia ritenuto che il documento, come detto, non contenesse fatti o atti rilevanti riguardanti la Juventus, stante che riguarda altre società di calcio: in sintesi presumo che abbia ritenuto non ci fosse bisogno di mettere a disposizione un atto insignificante. Non escluderei, conoscendo la serietà professionale del procuratore Chiné, che l’abbia anche detto alle difese: guardate che non c’è nulla di rilevante in quel documento. Può dipendere anche da una scelta strategica della Procura, ma su questo solo il procuratore può rispondere».

RICORSO – «Il Collegio deve verificare se ci sono state violazioni di legge nella sentenza. È come la Cassazione: non entra nel merito. Quindi si controllerà che la sentenza sia correttamente motivata, quindi che non ci siano un vizio di motivazione o una violazione di legge. Ad esempio: c’è la norma che prescrive che il Procuratore Federale deve iscrivere entro 30 giorni da quando riceve la notizia di reato a che le indagini non possono durare più di 60 giorni. Se fosse emerso questo, con la nota 10940, sarebbe emersa una potenziale fallacia del processo. Ma ciò non è. Allo Stato, a mio avviso, da quello che ho letto e studiato, non vedo proprio cosa ci possa essere di anomalo».

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