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Roberto Sorrentino: «Juve ancora avanti al Napoli»
Allenatore ed ex di entrambe le squadre: «Bianconeri favoriti in coppa Italia, più equilibrata la sfida di campionato. Allegri? Occorre andarsene da vincitori. Contro il Barcellona 50% di possibilità»
Italia-Albania è stata appena giocata. Napoli-Juve, in versione ‘doppia’, sta per andare in scena. Chi meglio di Roberto Sorrentino poteva parlarci di tutto questo? Roberto, classe ’55, papà di Stefano (portiere del Chievo), vive a Torino ma è nato a Napoli dove ha giocato due anni nelle giovanili della cantera partenopea. Dopo una carriera da calciatore spesa tra Nocerina, Paganese, Catania, Cagliari e Bologna ha intrapreso il mestiere di allenatore che lo ha portato anche alla Juve (come preparatore dei portieri dal 1991 al 1995) e nella serie A albanese (2013-2014, Teuta di Durazzo).
Roberto, iniziamo proprio dall’Albania, terra in cui hai lavorato…
«E’ stata una bella esperienza, ricordo gli stadi pieni e grande entusiasmo. L’allenatore De Biasi ha trasformato l’ambiente albanese, che era un po’ come il nostro meridione, un po’ ‘lavativo’ e poco portato a soffrire in allenamento. Oggi invece si vede una squadra con mentalità italiana, europea, miglioramenti incredibili rispetto a quando erano sprovveduti tatticamente. Già ai miei tempi, quando allenavo il Teuta, la nazionale albanese stava progredendo ma ora De Biasi ha completato l’opera: sono compatti, sanno fare le due fasi e hanno qualità tecnica. Chiaro che il confrnto è ancora a nostro vantaggio ma l’Albania non è nazionale facile da affrontare per nessuno. Ora per noi c’è lo ‘spareggio’ con la Spagna. Abbiamo a volte subito il tiki-taka messo in atto negli ultimi anni delle squadre spagnole. Ma loro praticano sempre lo stesso gioco. Noi italiani come ‘strateghi’ siamo sempre molto avanti agli altri. Ventura è bravo, sarà dura ma possiamo farcela ad andare in Russia, sono molto fiducioso».
Passiamo al campionato e al big-match in programma il prossimo turno. Tu sei napoletano di nascita e torinese d’adozione. Hai lavorato anche alla Juve. Come vedi questa doppia sfida campionato-coppa Italia?
«Da napoletano e legato alla mia terra devo dire con ‘dispiacere’ che la Juve è ancora avanti, sotto vari aspetti, al Napoli. Il Napoli è come la Roma, hanno dei ‘vuoti’, quando devono fare il salto di qualità decisivo finiscono sempre per non farcela. Per i bianconeri sarà meno difficile la gara di coppa perchè gli uomini di Sarri dovranno sbilanciarsi cercando i gol qualificazione e dovranno quindi scoprire il fianco alla qualità devastante in attacco della Juve. In campionato è diverso. Si parte da zero a zero e senza assilli di fare gol per forza. Qui il pronostico è più incerto e la Juve rischia di più. I bianconeri sono favoriti per lo scudetto ma non è ancora tutto finito: oltre a Napoli dovranno giocare a Roma e Bergamo. Le rimonte sono sempre possibili, occorre la massima conentrazione fino alla fine».
Napoli-Juve è anche Reina contro Buffon… Da ex portiere cosa dici?
«Gigi è veramente ‘tanta roba’. Una bandiera della Juve, un grande campione. E’ sempre il ‘numero uno’. A mio avviso, con questa voglia ed entusiasmo può ancora giocare due-tre anni a grandissimo livello. Donnarumma è bravo, per carità, e continua a migliorare. Ma dovrà ancora aspettare il suo turno. Reina è un ottimo portiere di caratura internazionale ma alterna grandi e determinanti parate ad errori inconcepibili, ingenui per uno del suo valore».
Si parla tanto anche del ‘clima caldo’ che accoglierà la Juve al San Paolo
«Si, l’ambiente sarà ‘torrido’ nelle due gare. Ma confido molto nella correttezza ‘storica’ della tifoseria napoletana, rumorosa e colorata ma sportiva e rispettosa degli avversari. Saranno due belle gare in campo e sugli spalti. Contro il Real Madrid, nonostante l’eliminazione, gli ospiti, al termine della gara, sono stati applauditi…»
A proposito di Real Madrid. Alla Juve, in Champions, è toccato il Barcellona. Ai tempi in cui lavoravi in bianconero hai affrontato i catalani. Quella voltà però non andò bene…
«Per me la Juve ha il 50% di passare il turno. Gli uomini di Allegri hanno una grande fase difensiva, un organico competitivo e una compattezza rara. Il Barcellona lo conosciamo bene, è un ‘mostro sacro’ ma ha sofferto moltissimo il pressing del Paris Saint Germain nella gara di andata, andando in crisi. La loro linea difensiva alta e a volte ‘larga’, di mentalità spagnola, può essere attaccata, specie centralmente. E Dybala tra le linee potrà essere devastante se la Juve terrà i ritmi alti. A ritmi bassi invece loro sono inarrivabili. Se il ritorno si giocasse a Torino invece che al ‘Camp Nou‘ vedrei favorita la Juve al 70%…. Il mio ricordo è legato alla Juve di Maifredi: perdemmo 3-1 a Barcellona dopo essere andati in vantaggio con Casiraghi. Il ritorno finì 1-1 ma ci ‘mangiammo’ purtroppo una marea di gol con Schillaci e Baggio. La fortuna non fu dalla nostra parte…».
I tuoi ricordi migliori da ‘juventino’?
«Vincemmo la coppa Uefa contro il Parma, in una sfida tutta italiana. Quante emozioni! Baggio vinse il ‘Pallone d’oro’ e regalò a tutti noi una litografia personalizzata. Cose che rimangono nella memoria. Ci sentiamo ancora con lui, così come con Peruzzi e altri di quell’epoca».
A tuo avviso Allegri rimarrà a Torino anche la prossima stagione?
«Secondo me no. Meriterebbe per quel che ha ottenuto, indubbiamente. Ha migliorato anche lo score di Conte a livello europeo. Non era facile con i tanti cambiamenti avvenuti continuare a vincere. Bisogna però andare via quando si è fatto bene, non quando si è fatto male… E poi ha subito tante critiche ingiuste. La Juve non sprigiona un calcio ‘effervescente’ ma estremamente redditizio e che alla fine porta i risultati. Tanto di cappello a lui».
Cosa c’è nel futuro di Roberto Sorrentino?
«Sono allenatore ‘Uefa pro’. Ho alcune situazioni in ballo, ho una scuola calcio di perfezionamento. Dopo 24 anni da calciatore e 24 da allenatore diciamo che qualche esperienza me la sono fatta, anche a livello giovanile, sul sociale oltre che al tecnico. Chissà che non inizi a fare il direttore...»