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Fiorentina, Salica tuona: «Solo alla Juve permettono certe cose»
Il vicepresidente della Fiorentina è tornato sulle polemiche del Franchi e sulle vicissitudini arbitrali che hanno caratterizzato l’ultimo turno di Serie A. Le dichiarazioni shock di Salica
È un Gino Salica furente quello che ha parlato ai microfoni di Salotto Viola, trasmissione in onda sull’emittente Italia 7. Il vicepresidente della Fiorentina è tornato sullo spinoso episodio del rigore prima concesso e poi revocato contro la Juventus nell’ultimo turno di campionato. Queste le sue sconcertanti dichiarazioni, a scoppio per giunta ritardato: «È inaccettabile che soltanto ad alcune squadre sia consentito protestare così. Parliamo ogni giorno della mancanza di credibilità del calcio italiano, il fatto che non ci si sia qualificati ai Mondiali, che Lega e Figc siano commissariate da tempo e, se ci mettiamo anche questi episodi, la vedo veramente dura. Tutta l’Italia ha visto quello che è successo. Noi della Fiorentina ci siamo chiesti: perché glielo permettono? In tutte le telefonate che abbiamo fatto in questi giorni tutti ci hanno seguito».
Salica si è detto poi pronto ad agire concretamente dopo il presunto torto subito. Dietro il profilo basso tenuto dalla Viola nell’immediato post match, si nasconde una strategia precisa: «La questione di cosa fare dopo la gara contro la Juventus l’abbiamo dibattuta a lungo. Probabilmente a noi avrebbe fatto comodo fare la voce grossa e stigmatizzare l’episodio inconcepibile dei giocatori della Juventus nei confronti dell’arbitro, in occasione del rigore prima assegnato alla Fiorentina per il fallo di mano di Chiellini, e poi tolto dal VAR. Ci abbiamo riflettuto e abbiamo deciso di seguire un’altra line. Probabilmente noi perdiamo la battaglia, tanto la partita era già persa. Forse i tifosi avranno di nuovo la percezione che siamo una società assente, che cura poco le cose. Invece abbiamo preferito intervenire in modo diverso. Con il presidente Cognigni stiamo studiando un’operazione per portare ai livelli giusti quello che è un disagio profondo».