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Sarri: «Il Milan ci crea sempre difficoltà. Il risultato dell’andata non garantisce niente»
Maurizio Sarri, allenatore della Juve, ha parlato verso la partita contro il Milan, valida per il ritorno delle semifinali di Coppa Italia
L’allenatore della Juve, Maurizio Sarri, è stato intervistato da Sky Sport in vista del ritorno delle semifinali di Coppa Italia contro il Milan. Di seguito riportate le sue dichiarazioni.
ESSERE PRONTI – «Questo ce lo dirà il campo. Penso che nessuna squadra lo sia per due motivi semplici: il primo perché siamo post-interruzione anomala, diversa rispetto a quella estiva. Siamo di fronte ad un’interruzione passiva, perché i giocatori sono stati 60 giorni su un divano, per cui non abbiamo certezza su quella che è l’efficienza in questo momento. Sono soddisfatto di quello che ho visto in allenamento, ma quello che è il riscontro in partita è diverso».
ROSA AMPIA – «Ce l’abbiamo, ma in questa stagione l’abbiamo avuta più sulla carta per via degli infortuni. Mi riferisco a Demiral, Chiellini, Khedira, qualche problema per Rabiot, Ramsey, affrontando le partite con una rosa normale nonostante la nostra sia di altissimo livello».
COPPA ITALIA – «Ricominciare con la Coppa Italia ci permette di focalizzare le motivazioni su un obiettivo alla volta, essendo ancora in corsa su tre fronti. Le partite con il Milan sono sempre state difficili, sia in campionato e sia in coppa: quindi è un avversario che a noi crea delle difficoltà. Il risultato dell’andata non ci garantisce niente, quindi è una partita con un risultato ancora apertissimo».
DYBALA E RONALDO – «Paulo è un giocatore fondamentale: la nostra difficoltà è far coesistere due giocatori così in campo. Dal punto di vista dell’ordine tattico non è semplice farli giocare insieme. Quando due giocatori hanno queste qualità tecniche e fisiche, il resto della squadra si deve saper adeguare a quello che fanno questi due».
PJANIC – «L’ho trovato molto meglio di quando abbiamo interrotto la stagione. Ho parlato molto con Miralem: lui è un giocatore straordinario e non può permettersi di fare 4/5 partite sotto il suo standard. Non riusciva a trovare la forza di reagire, ma deve convincersi che è un grande giocatore. Può sbagliare una partita o due, dopo deve rialzare la testa».
SCUDETTO – «Mancano 12 partite da giocare, 13 per l’Inter, quindi dobbiamo lasciare aperte tutte le possibilità».
LIONE – «Ti faccio una domanda: ‘È meglio giocare una partita dopo quattro mesi o 14 partite in 40 giorni?’. Non lo so… Una lunga inattività si paga, solitamente nella mia esperienza ti dico che non si paga alla prima partita. Nella partita secca non ci saranno ripercussioni».