Sarri: «Alla Juve NON c'erano i presupposti per una rivoluzione»
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Sarri dice TUTTO: «Quando arrivai alla Juve NON c’erano i presupposti per una RIVOLUZIONE. La gente pensa che vincere sia TUTTO, per me è più importante ALTRO»

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Maurizio Sarri torna a parlare della Juve e della sua esperienza in bianconero: le dichiarazioni dell’allenatore alla Gazzetta

Nella sua lunga intervista alla Gazzetta dello Sport, Maurizio Sarri è tornato a parlare della sua esperienza alla Juve.

LUI COME MOTTA – «Sono film diversi. Quando sono arrivato io, alla Juventus non c’erano i presupposti per una rivoluzione culturale. In questo momento, invece, penso ci siano. Siamo all’inizio, ma a sprazzi si vede la volontà di Motta di fare qualcosa di diverso».

RONALDO E GIUNTOLI – «Ronaldo con me ha fatto la sua migliore stagione realizzativa in Italia: 37 gol tra campionato e Coppe. Con Giuntoli abbiamo fatto grandi cose nei 3 anni a Napoli. Il top sarebbe avere i due Cristiano contemporaneamente».

HIGUAIN – «Quando arrivai a Napoli, lui voleva andare via. Lo convinsi in 5 minuti: gli dissi che con il calcio che avrei voluto proporre, avrebbe segnato valanghe di gol. Da quella volta, quando ci discutevo gli dicevo sempre: Gonzalo dammi ragione ora, tanto poi me la dai fra tre giorni. Higuain è il mio centravanti ideale, ma lo sarebbe per qualsiasi allenatore. Top assoluto».

GIUNTOLI RIPORTERA’ LA JUVE A VINCERE LO SCUDETTO – «Ci riuscirà sicuramente, non so in che tempi. Ma vincerà anche con la Juve. È un direttore che capisce velocemente idee e caratteristiche dei giocatori ideali per il suo allenatore. E poi ha un coraggio immenso, che trasmette a squadra e staff. Per la stima che ho di Cristiano, sono certo che avrà avuto le sue ragioni per dare una svolta così secca».

ULTIMO SCUDETTO CON LA JUVE – «Non vivo molto di ricordi, conservo la copia del trofeo nella stanza con maglie e gagliardetti della carriera e di tutte le categorie. Non mi fermo a guardare lo scudetto, ci passo. Caratterialmente la vittoria mi mette imbarazzo, mi disse una cosa analoga anche Buffon una volta. Il titolo con la Juve il punto più alto? La gente pensa che la vittoria sia tutto. Per me è importante, ma il viaggio lo è di più. E ho fatto viaggi stupendi senza trionfare».

IL PRESIDENTE PIU’ COMPETENTE – «Tatticamente, Fabrizio Corsi».

SZCZESNY E RABIOT – «La scelta di Tek mi ha colpito. Adrien non ha ancora mostrato tutto il suo potenziale, in allenamento era super. Se è arrivato a settembre senza club, non è perché nessuno lo vuole: starà aspettando lui».

ALLEGRI O SPALLETTI – «Come diceva Johan Cruijff, non Maurizio Sarri, il calcio sarebbe semplice, ma far giocare un calcio semplice a una squadra è la cosa più difficile del mondo».

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