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Serena: «Ecco su chi puntare in futuro tra Dybala e Morata» – ESCLUSIVA
In esclusiva per i microfoni di Juventusnews24, Aldo Serena ha commentato la situazione attuale in casa bianconera. E non solo
I gol di Dybala e Vlahovic rilanciano la Juve in campionato, permettendo di mettere da parte, per una domenica, la delusione dell’eliminazione in Champions. Dybala che oggi vivrà un’importante giornata sul fronte rinnovo, visto l’incontro alla Continassa tra Antun e la dirigenza bianconera. Di questo e molto altro, arrivando fino a Juve-Inter e agli impegni della Nazionale, ha parlato in esclusiva per Juventusnews24 l’ex centravanti bianconero Aldo Serena.
Giorni caldi in casa Juve sul futuro di Dybala. Per quanto visto anche contro la Salernitana, sarebbe giusto che i bianconeri puntassero ancora su di lui per il futuro?
«Dybala quando sta bene fa ancora la differenza, però la società deve fare valutazioni a 360 gradi. Il rinnovo del contratto porterebbe la Juve a legarsi ancora a lui per diversi anni, con un accordo anche molto oneroso immagino. Le valutazioni che vanno fatte non sono solo tecniche in questo caso, ma anche di affidailità sotto il profilo atletico. Bisognerà valutare se, da qui a fine anno, l’argentino avrà altre ricadute. Resto poi sempre il punto interrogativo della compatibilità con l’idea di gioco che Allegri vuole fare. La società in questo senso ha tanti dubbi e io farei una valutazione molto attenta».
Parlando di tattica, lo vede come il partner d’attacco in avanti per Dusan Vlahovic?
«Allegri è alla ricerca di una quadratura per i giocatori d’attacco. Molto dipenderà anche da cosa succederà con Morata, che da seconda punta, da sostegno a Vlahovic sta facendo molto bene. Ha perso un po’ di vena realizzativa, ma sotto il profilo mentale probabilmente ne ha guadagnato. Ora non è più obbligato a dover fare gol per forza, non ha più quel carico pesante. Io a lui non riuncerei, magari rimettendo in piedi l’idea del tridente. Con un centrocampo adeguato potrebbe essere la soluzione giusta, a patto che poi anche i tre davanti si scarifichino. Ricordo ad esempio il trio con Del Piero, Vialli e Ravanelli che macinavano chilometri e chilometri in campo. Si applicavano in fase di non possesso e hanno dato molte soddisfazioni alla Juve in questo modo».
Tridente o meno, al centro dell’attacco bianconero ci sarà inevitabilmente Dusan Vlahovic. Si aspettava questo impatto da parte sua?
«Si me lo aspettavo. Io su di lui non avevo dubbi, è un giocatore che ha tutte le caratteristiche per poter fare bene in ogni contesto. E’ bravo in contropiede perchè è un giocatore veloce, vede la porta sempre e lo ha dimostrato anche ieri contro una squadra chiusa. Sul profilo aereo anche non gli si può rimproverare molto, è altruista e ha dimostrato di non essere una punta che vive solo per fare gol. Si, è il profilo ideale per la Juve».
Chi invece sta trovando meno spazio è Moise Kean, di cui si parla per un possibile addio. Cosa fare con lui?
«La Juve è una squadra molto attenta a quello che accade ai giovani emergenti, che ci sono nel campionato italiano ma anche all’estero. Vedo difficile una conferma di Kean, lui ha avuto le possibilità, le chance per giocarsi il posto da titolare e non le ha sfruttate. Non ha risposto in maniera positiva e con i bianconeri attenti su altri profili, l’idea di uno più giovane di lui da usare come rincalzo per i titolari potrebbe stuzzicare e non poco. E forse sarebbe anche la scelta giusta da fare».
Il profilo giusto potrebbe essere quello di Raspadori?
«Si è un giocatore che ha caratteristiche importanti. E’ molto rapido e inoltre quest’anno al Sassuolo sta facendo vedere di essere capace di trovare la porta in qualsiasi situazione».
Capitolo campionato, come vede da doppio ex quel Juve-Inter in programma alla ripresa?
«Sarà la gara spartiacque per l’Inter in ottica scudetto, perchè se non vince, vista anche la marcia di Milan e Napoli, si fa tutto ancora più difficile di quanto già non sia. La Juve non ha ancora blindato del tutto la zona Champions, ma è abbastanza tranquilla. Anche se probabilmente i bianconeri penseranno a qualcosa di più nonostante le smentite. In casa Juve, storicamente, l’idea era sempre quella che, finchè la matematica non ti condanna, il pensiero di vincere ci deve essere. E non penso che in questi 30/40 anni la mentalità sia cambiata».
Quindi ancora aperto il discorso scudetto per la squadra di Allegri?
«Per me è difficilissimo, anche perchè davanti ci sono tre squadre che non credo tracollino tutte insieme. Però non si può mai dire. E’ molto complicato, se dovessi dare una percentuale direi che la Juve ha il 15% di possibilità di vincere lo scudetto».
Potrà influire la clamorosa eliminazione Champions sulla rimonta? Come si spiega la terza uscita consecutiva agli ottavi di finale?
«Anche lì il calcio dà sempre sorprese, perchè uno può fare tutte le valutazioni che vuole sotto il profilo tecnico, il profilo della qualità profilo e quello del gioco, poi decide il campo. Sulla carta non doveva esserci partita. Messe a paragone le due squadre, quasi tutti avremmo detto che la Juve poteva passare in ogni situazione, poi la gara dello Stadium ci ha fatto vedere che l’imprevisto è sempre dietro l’angolo nel calcio. Nel primo tempo la squadra di Allegri aveva dato segnali speranzosi, ha avuto occasioni mentre gli spagnoli erano chiusi dietro. Decisivo poi è stato l’errore sul primo rigore, quello che ha cambiato la mentalità. L’atteggiamento dei bianconeri non è stato corretto e ha fatto vedere che la squadra non è ancora matura per certe competizioni».
Con lo stop del campionato torna la Nazionale e l’Italia di Mancini si gioca il posto in Qatar. Quante possibilità hanno gli azzurri? Teme il possibile spauracchio Ronaldo in finale?
«Il problema principale per Mancini è quello di non aver avuto riferimenti in attacco su cui puntare. Immobile è un giocatore molto bravo, un grande bomber che ha fatto sempre bene in campionato, dove ha fatto sempre i suoi gol con costanza. Ma in azzurro cambia qualcosa, non si è espresso come nella Lazio e non riesce ancora a farlo. Ci sono poi i tanti problemi in difesa che non lasciano tranquilli. Questi sono i due punti di domanda. Io credo che l’Italia possa arrivare allo spareggio in finale, ma lì sarà molto difficile. Presumo che il Portogallo supererà la Turchia, anche se non si può mai dire, è vincere contro una squadra con quelle qualità è difficile, considerando appunto anche la presenza di uno come Cristiano Ronaldo. Da tifoso e italiano poi mi dispiacerebbe molto non andare nuovamente ai Mondiali. Credo che due esclusioni di fila non si siano mai viste nella nostra storia e il fatto che siamo anche Campioni d’Europa contribuirebbe ad appesantire la delusione».
Si ringrazia Aldo Serena per la cortesia e la disponibilità dimostrate nel corso di questa intervista