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Szczesny: «Per essere portiere devi avere una forza mentale esagerata»
Szczesny racconta cosa significhi per lui essere un portiere. Le parole dell’estremo difensore della Juve
Ai microfoni di Juventus TV, Szczesny ha raccontato cosa l’ha spinto a diventare portiere, spiegando anche i lati nascosti del suo ruolo.
PORTIERE – «L’ho fatto per un motivo ovvio, che mio papà faceva il portiere. Ero sempre il più alto dei miei compagni e sono andato in porta. Ero molto più forte lì che fuori. Credo che si nasca portiere. Bisogna essere molto particolare nei pensieri, perché poi quando cominci a giocare ad un livello importante il margine d’errore è minimo, è zero. Tu devi avere una forza mentale non normale, esagerata, perché quando gioco le partite e gioco bene soffro tanto, non vedo l’ora che finisca. Per gli altri è diverso. Quando vinci 3-4 a 0 il portiere soffre. Molto spesso l’errore è di un centimetro. Il giorno dopo mi guardo con il preparatore. A casa non sono più calciatore. A casa ti amano per la persona che sei, non per il calciatore. A casa sei un uomo diverso, non sei più la macchina da 3 punti».