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Tacchinardi lo svela sul 5 maggio: «Lippi ce lo ripeteva sempre. E Conte…»

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Alessio Tacchinardi svela il suo personale ricordo del 5 maggio 2002. Le parole di uno dei protagonisti di quella Juve

Ai microfoni di Tuttosport, Alessio Tacchinardi ha svelato il suo personale ricordo del 5 maggio 2002.

LE PAROLE – «Il primo flash in mente? Beh, la faccia del mister! Lippi l’unico che forse ci credeva. Ricordo che in quella settimana la squadra non si era allenata con la testa giusta perché si pensava che l’Inter avrebbe vinto. E invece Lippi seppe trasferire in noi le sue motivazioni feroci, mentre la società ci martellava tutti i giorni: “Non è finita, non è finita…”. Io in panchina, insieme ai compagni, faticavo a capire cosa stesse succedendo nella folle partita di Roma. Certo, sentivamo le urla dei tifosi e quando dissi: “Mister, adesso sono 4-2…”, lui mi rispose: “Come?”. E io: “In che senso? Prima dici che dobbiamo crederci e ora che faccia fai…”. Lippi rimase incredulo. La radiolina? Ce l’aveva Aldo Esposito, il fisioterapista solo che a un certo punto non andava più. Maresca a quel punto fece da filtro con i tifosi e noi ci chiedemmo cosa fosse accaduto guardando mezzo stadio che esultava, l’altro in silenzio e viceversa. Lo juventino più “folle” quel giorno? Conte, in assoluto. Tutti impazzimmo, però Antonio era molto, molto carico…».

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