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Tacconi, retroscena sull’Heysel: «Ci imposero di continuare a giocare»

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Stefano Tacconi, ex portiere della Juve, ha rilasciato un’intervista, ricordando la notte del 29 maggio 1985 all’Heysel

Ai microfoni di Rai Radio 2, durante la trasmissione Le Lunatiche, Stefano Tacconi ha ricordato la tragedia dell’Heysel del 29 maggio 1985. Queste le parole dell’ex portiere della Juve riprese da Il Giornale.

SOCCORSO – «Dentro lo spogliatoio c’era un po’ di tutto: chi perdeva sangue, chi era ferito, noi abbiamo prestato i primi soccorsi, prestando anche le scarpe a chi le aveva perse, le tute. Era un’atmosfera surreale».

GIOCARE LO STESSO – «Boniperti aveva detto che non dovevamo giocare, ma poi un generale delle Forze dell’ordine ci impose di giocarla e credo sia stato giusto perché altrimenti sarebbe successo molto di più. Entrammo in campo molto arrabbiati, perché comunque ci avevano tolto il sogno di quella finale, noi eravamo sicuri di vincere ma ci hanno tolto la gioia di esultare. Capisco le critiche, ma anche qui furono le Forze dell’ordine a chiederci di uscire con la coppa per tenere buoni i tifosi dentro lo stadio. Non dovevano uscire perché gli hooligans non erano stati ancora evacuati».

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