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Tifosi Juve: distanti ma uniti con Antonio, dentista di Foggia

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Tifosi Juve, distanti ma uniti: la storia di Antonio, dentista di Foggia. La rubrica che ascolta e racconta le storie del popolo bianconero

Antonio La Torretta, dentista di 63 anni, lavora in uno studio privato a Foggia. JuventusNews24 lo ha contattato per disporre del suo parere professionale di medico in merito alla tragica situazione in cui versa l’Italia e per chiacchierare della sua grande passione: la Juventus. Passione tra l’atro condivisa con lo Juventus Club Umberto Agnelli di Foggia, di cui è fondatore.

Dottore, i numeri di questa pandemia sono sempre più inquietanti. Quali sviluppi ci attendono
«La situazione a livello generale è davvero drammatica. I numeri del Nord fanno paura, speriamo che il contagio si mitighi presto. C’è ancora più preoccupazione se si pensa che la i servizi sanitari che mette a disposizione il Nord Italia sono superiori a quelli del Sud. Mi auguro e credo che, alla luce delle precauzioni prese, il contagio possa non essere così diffuso nella parte meridionale del nostro paese. Ma dobbiamo essere preparati a tutte le evenienze. Mi è stato detto che a giugno comincerà la discesa ma non credo si possa andare avanti in questo modo».

E ci sono sempre più casi tra i giovani…
«All’inizio si pensava potesse essere un problema serio solo per soggetti già potenzialmente a rischio, ma il quadro attuale indica ben altri scenari. Anche le persone che sono in salute da un punto di vista fisico devono guardarsi da un virus che può diventare letale per tutti. A questo bisogna aggiungere la problematica della saturazione degli ospedali. Mancano i macchinari e i posti in rianimazione e questo comporta enormi difficoltà nel curare i casi urgenti».

A livello personale quanto è preoccupato?
«Sono preoccupato più che per me per i miei figli che lavorano rispettivamente a Milano e in Abruzzo. Anche per un discorso economico, non hanno nessuno aiuto e in questo momento sono a casa».

Lei sta lavorando invece?
«In questo momento no, siamo fermi. Possiamo curare solo le emergenze, almeno fino al 3 aprile quando scadrà l’ordinanza. Ma andremo sicuramente oltre…».

Sappiamo che è un grandissimo tifoso della Juventus
«La mia passione nasce da quando ero un ragazzino. Oggi ho 63 anni e posso orgogliosamente affermare che il mio amore per la Juventus è sempre più radicato. Sono fondatore dello Juventus Club Umberto Agnelli in via Lagonigro a Foggia, un club di oltre 100 tifosi – all’inizio eravamo poche persone – con il quale organizziamo regolarmente gite e trasferte. Siamo molto attivi e, mi permetto di dire, anche un bel gruppo». 

Ha apprezzato la scelta del club di rimborsare i biglietti di Juve-Inter?
«Il rimborso per me era fondamentale, è un discorso da cui nessuno può esimersi. Purtroppo siamo tutti dentro a questa situazione e tutti devono pagare, anche il mondo del calcio».

Il Coronavirus non ha risparmiato nemmeno il cacio. In caso di sospensione definitiva a chi assegnerebbe lo scudetto?
«Sinceramente me l’aspettavo, parliamo di atletici abituati a stare sempre a contatto: qualcosa doveva succedere. Per la situazione attuale della classifica credo sia corretto assegnarlo alla Juventus, ma sinceramente ne farei volentieri meno. Basta polemiche».

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