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Tifosi Juve, distanti ma uniti: la storia di Alessandro, falegname di Pisa

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Tifosi Juve, distanti ma uniti: la storia di Alessandro, falegname di Pisa. La rubrica che ascolta e racconta le storie del popolo bianconero

Ponsacco, un paese di oltre 15.000 abitanti che sorge a 30 chilometri da Pisa, in Toscana. È qui che lavora Alessandro Ulivieri, 23 anni che, nella sua falegnameria, ha trovato il suo luogo perfetto nel quale sentirsi realizzato e poter esercitare tutte le sue abilità. L’emergenza Coronavirus, però, ha colpito anche lui e la sua professione, con la falegnameria che è stata chiusa secondo le disposizioni governative e Alessandro è rimasto momentaneamente a casa fino a nuovo ordinamento. A Juventus News 24, ha spiegato com’è cambiata la sua situazione in questo delicato momento per l’Italia, allietandosi poi nel racconto della sua passione per i colori bianconeri.

Alessandro, come stai trascorrendo questi giorni di quarantena?

«Queste giornate alla fine stanno risultando sempre tutte uguali. Sveglia tardi, qualche prova dilettantistica in cucina, esercizi fisici e tanta, troppa televisione».

Parlami un po’ di te e del tuo lavoro…

«Sono un ragazzo di 23 anni, lavoro in una falegnameria a tempo pieno e indeterminato. Ho una ragazza con cui passo praticamente tutti i weekend e condividiamo la passione per la palestra, infatti ci alleniamo 2/3 volte a settimana. Tifosissimo della Juve sin da bambino, ho deciso per questo motivo di tatuarmi l’anno di nascita della Vecchia Signora».

Com’è cambiata la situazione in questa emergenza?

«Beh, è cambiata drasticamente. Devo rimanere in casa 24 ore su 24 per forza… Penso che abbiamo finito di pulire qualsiasi cosa possibile immaginabile per trascorrere il tempo in questa quarantena».

Che conseguenze sta avendo su di te e sulla tua famiglia questa situazione?

«La conseguenza che abbiamo subito notato tutti quanti in famiglia è che non stavamo così insieme da davvero tanto tempo. Questo è un aspetto positivo di questo periodo».

Parlando anche di Juve, qual è la ‘pazzia’ più grande che ha fatto per i bianconeri?

«Diciamo che follie vere e proprie non ne ho ancora fatte. Per tutte le partite viste a Torino di domenica sera, però, sono tornato a casa alle 4.00/4.30 di mattina e alle 7.00 dovevo attaccare a lavoro. Beh, la considero una mezza pazzia!».

Come stai vivendo queste settimane dal punto di vista calcistico? Cosa credi accadrà al campionato?

«La sto vivendo malissimo: vivo di calcio, lo pratico e lo seguo in tv. Purtroppo però stiamo giocando contro un avversario piu forte di noi! E il campionato, così come ogni altro sport, deve fermarsi e ripartire a situazione stabilizzata, altrimenti sarà tutto inutile».

Campionato sospeso con la Juve in vetta alla classifica. Un giudizio ai primi mesi di Sarri?

«Come si sta vedendo da qualche anno a questa parte, non riusciamo ad avere avversari in grado di tenerci testa in Italia, in virtù della forza con cui riusciamo ad adattarci ad ogni modulo e situazione. Al ‘tiki taka’ di Sarri, però, non riusciamo ad adattarci per via delle caratteristiche in campo dei nostri giocatori. È un peccato, secondo me, non riuscire a sfruttare al meglio un Cristiano Ronaldo così in attacco».

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