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Tifosi Juve, distanti ma uniti: Simone e la catena di pizzerie a Cagliari
Tifosi Juve, distanti ma uniti: Simone e la catena di pizzerie a Cagliari. La rubrica che racconta le storie del popolo bianconero
Simone Murgia è un imprenditore sardo che, insieme ai suoi soci, fa parte di una catena di pizzerie in Sardegna. Il marchio è nato nel 2012 e attualmente vanta 10 punti vendita distribuiti in tutta la provincia di Cagliari con circa 150 dipendenti all’attivo. A Juventus News 24, Simone ha raccontato com’è cambiata la sua attività lavorativa in questo periodo così delicato per l’Italia in seguito all’emergenza Coronavirus, spiegando le iniziative e le proposte sue e dei suoi soci per abbracciare le esigenze della clientela.
Simone, com’è cambiata la tua situazione lavorativa in questo periodo?
«La situazione lavorativa non è migliorata, ma hai detto bene, è cambiata! Facendo parte del ramo ristorazione, siamo stati penalizzati per via della chiusura dell’attività aperta al pubblico, ma al contempo possedendo anche il codice Ateco dell’asporto, stiamo consegnando le pizze a domicilio, attraverso il metodo del marchio “Consegna sicura”».
Come ha risposto la clientela a questo momento? Le richieste continuano ad arrivare?
«La clientela inizialmente ha avuto timore, com’è giusto che sia, per tutto ciò che veniva detto in televisione e nei giornali e apparentemente sembrava restia nell’ordinare anche a domicilio. Da ciò abbiamo capito che bisognava incrementare il nostro piano marketing e pubblicitario, attraverso promozioni e segnali sicuri e rassicuranti sul nostro impegno nell’indossare mascherine e guanti, sanificare gli ambienti di lavoro e i mezzi d’asporto e il metodo di pagamento sicuro in consegna».
Quali conseguenze vi sta portando tutto ciò che sta accadendo?
«Proprio ieri, attraverso l’email aziendale di auguri di Pasqua inviata a tutti i nostri collaboratori, abbiamo voluto rimarcare il fatto di come noi siamo stati fortunati, seppur il fatturato sia diminuito del 35% circa, ad essere ancora operativi con il servizio a domicilio ed andare avanti con le nostre forze economiche. Le conseguenze economiche, attraverso gli aiuti statali (cassa integrazione, sospensione finanziamenti, sospensione F24, credito d’imposta del 60% su affitti, ecc.), non le abbiamo subite così drasticamente. Sicuramente questo periodo sta insegnando, non solo a noi titolari, ma anche ai nostri super collaboratori, il senso della vita, il senso delle piccole abitudini a cui noi non diamo più valore perché consuetudinarie. Su idea dei nostri collaboratori e grazie ad una grande collaborazione dei vari comuni sardi, doniamo 800 pizze gratuite al mese alle famiglie disagiate (circa 25 pizze al giorno). Questo per dire che le conseguenze che sta portando tutto ciò non sempre siano negative, ma anzi siano sinonimo di umanità e solidarietà».
Come immagini la fine di questo momento? Pensi ci vorrà un po’ di tempo prima di riprendere nuovamente il giro?
«Purtroppo l’essere umano dimentica, almeno la maggior parte di esso lo fa. Spero e speriamo che questo non accada, perché tutto questo tempo in cui siamo rimasti chiusi in casa non ce lo potrà più restituire nessuno. Purtroppo per la ristorazione, come già annunciato dal Premier Conte, prima di tornare alla totale normalità passerà parecchio tempo, in quanto ci saranno delle misure molto rigide che rallenteranno la ripresa di tutto ciò. Questo però lo vediamo un aspetto positivo per migliorare ancor più il nostro operato e servizio».
Parlando un po’ di Juve, quali sono i tuoi primi ricordi legati ai colori bianconeri?
«Quanto mi manca la Juve in questo periodo… I ricordi sono due: il primo è un poster, regalato dai miei genitori, di Alessandro Del Piero; il secondo, invece, è la lotta continua con mio cugino per chi fosse “più juventino”. Avevamo soltanto 5 anni, ma tutt’ora non abbiamo ancora smesso di litigare (ride ndr)».
A quali giocatori ti sei maggiormente affezionato in questi anni e perché?
«Oltre ad Alessandro Del Piero, il mio vero idolo dai tempi del Parma è l’uomo nato a Carrara il 28 Gennaio del 1978…Gianluigi Buffon! Lui per me è stato il simbolo indiscusso del calcio. Talmente tanto che nella mia carriera calcistica (il punto più alto l’Eccellenza da riserva) ho sempre giocato in porta e il mio soprannome è stato appunto Buffon».
Hai un sogno nel cassetto per il calciomercato estivo?
«Lo dico e ribadisco, la Juve deve tornare ad avere una vera e propria impronta ben consolidata con i calciatori italiani. Inutile dire che Tonali dovrà essere un acquisto fondamentale per ripartire, ma come lui anche Chiesa, Castrovilli e Pellegrini. Per quanto riguarda gli stranieri stravedo per Sergej Milinkovic-Savic e il ritorno di Paul Pogba».