Tifosi Juve, distanti ma uniti: la storia di Luca, carpentiere di Rudiano
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Tifosi Juve, distanti ma uniti: la storia di Luca, carpentiere di Rudiano

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Tifosi Juve, distanti ma uniti: la storia di Luca, carpentiere di Rudiano. La rubrica che ascolta e racconta le storie del popolo bianconero

«Sono un po’ emozionato, è la prima volta che mi fanno un’intervista», ci dice col sorriso Luca Paganotti prima di raccontarci di essere un carpentiere di 50 anni che vive a Rudiano, un piccolo paese in provincia di Brescia. Sposato con sue figlie, una di 19 e l’altra di 21 che «per fortuna sono quasi indipendenti».

Luca lavora per un’azienda a Picedo, sul Lago di Garda. Un posto con una vista bellissima che però, per ovvi motivi, in questo periodo di emergenza nazionale non può ammirare. Su JuventusNews24 il racconto della sua vita lavorativa, dei suoi sogni e della sua passione per la Juventus. Spontanea e sincera proprio come lui.

Ciao Luca, vogliamo conoscerti meglio. Parlaci del tuo lavoro…
«Faccio carpenteria e muratura, un po’ di tutto in realtà. Nella mia vita sono sempre stato operaio, da quando avevo 14 anni. In questo settore è meglio lavorare sotto un’impresa che mettersi in proprio. Poi mi piace dilettarmi anche come decoratore di interni, è la cosa che mi dà più soddisfazione. Ho anche ricevuto un attestato alla fiera di Rho dopo aver seguito un corso. Fare di professione quel lavoro sarebbe stato il sogno di una vita, ma non ho potuto realizzarlo. La verità è che mi hanno messo a fare il carpentiere da quando ero piccolo, eravamo tanti in famiglia e c’era la necessità di lavorare».

luca paganotti carpentiere 1

Pregi e difetti della tua professione?
«È bello perché un lavoro che fai tu, sei tu che assembli e plasmi tutto. Ma è un mestiere che ti logora negli anni, ti distrugge. Ti alzi la mattina presto e torni a casa la sera e in più i soldi sono quelli che sono». 

Come stai vivendo questo periodo di emergenza?
«Adesso siamo fermi come tutto il settore. Sono un leone in gabbia, sono stanco di riposare. Non vedo l’ora di ricominciare. In famiglia siamo bresciani e bergamaschi, abbiamo il fuoco addosso. Poi chiaramente sono un po’ preoccupato, si è bloccato tutto. Bisogna ricominciare sempre da zero. Quei soldi che ti sei messo da parte finisci per spenderli in questo periodo».

Il Governo ha stanziato dei fondi per aiutare i lavorati dipendenti: pensi che si tratti di un supporto idoneo?
«No, penso di no. Credo che nel momento in cui la situazione tornerà alla normalità, finiremo per avere le medesime scadenze e incombenze. È sempre un elastico, visti gli stanziamenti sono un po’ deluso».

Alleggeriamo: la tua passione per la Juventus dove nasce?
«Sono tifoso della Juventus da quando mio padre mi teneva in braccio. Tra l’altro ho un vicino di casa che ha perso una persona cara nella tragedia dell’Heysel. Ricordo ancora quella partita, a cui sono tristemente legato. L’aspettavo con ansia, e poi è successo quel che è successo…».

C’è un calciatore a cui sei particolarmente legato?
«Ad Alessandro Del Piero, unico capitano: si è sempre comportato da uomo vero, anche quando era soltanto un ragazzo. È la nostra bandiera, sono innamorato di lui. Ho visto tantissime Juventus ma lui rimarrà sempre nel mio cuore. Poi sono legato a Gian Piero Marchetti, che è originario del mio paese e vive ancora qui, dove è molto rispettato. Una brava persona, lo vedo spesso al bar».

E dei bianconeri attuali… Chi è il tuo preferito? 
«Cristiano Ronaldo tanto mi stava antipatico prima, tanto ho imparato ad apprezzarlo quando è arrivato alla Juventus. Si è dimostrato un vero campione con le sue donazioni, anche in questo periodo difficile. E nella vita privata è davvero una persona seria. Poi sono innamorato di Bentancur, mi ricorda Paulo Sousa…».

L’emergenza Coronavirus ha travolto anche il mondo del calcio: come pensi che andrà a finire?
«Mi aspettavo succedesse qualcosa di questo tipo. La Lega ha aspettato troppo per interrompere il campionato. Si poteva aspettare più tempo prima di recuperare quella partita con l’Inter. Ma ci sono di mezzo milioni di euro… Ora, qualora dovessero interrompere definitivamente il campionato, mi aspetto che assegnino lo scudetto alla Juventus, visto che è prima in classifica. Oppure che non lo assegnino affatto».

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