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Tognozzi: «La Juve è diventata una calamita per i giovani, felice lavorino con Allegri. Io me ne sono andato perché…»
Tognozzi: «La Juve è diventata una calamita per i giovani, felice lavorino con Allegri. Io me ne sono andato perché…». Le parole dell’ex capo scouting
Matteo Tognozzi, ex capo scouting della Juventus ed attuale ds del Granada, ha rilasciato una lunga intervista a Tuttosport.
LASCIARE LA JUVE – «Dopo sei anni e mezzo, forse, si è semplicemente chiuso un cerchio. Sarei potuto restare a Torino per godere dei risultati che stavano arrivando, ma la mia indole mi spinge a cercare sempre nuovi stimoli. Con il direttore Giuntoli ci conosciamo da tempo e si era subito instaurato un ottimo rapporto, ma alla Juventus avevo raggiunto i miei obiettivi. Ora ne cerco di nuovi».
NUOVO METODO JUVE – «Sono orgoglioso di aver creato un metodo di lavoro e una struttura scouting che ha portato a individuare giovani di qualità con una continuità che mai si era vista prima nel club. Soltanto qualche anno fa pareva impossibile che la Juventus sposasse una politica attraverso la quale giocare d’anticipo sui giovani, ingaggiandoli quando ancora sono poco conosciuti e poco cari. Sono serviti pianificazione e coraggio, ma anche strumenti preziosi come la seconda squadra. La Juventus attraeva giocatori affermati nella seconda parte della loro carriera, oggi è diventata una calamita per i giovani che vogliono completare il loro percorso di crescita. La Juventus oggi non è il club in cui è più facile arrivare alla prima squadra, ma è il migliore in cui un giovane possa formarsi».
HUIJSEN E KAIO JORGE – «In mezzo a una bufera di neve per osservare Huijsen? Esattamente. Corsi e ricorsi storici, ero proprio a Granada, dove oggi lavoro, per una partita contro il Malaga del campionato iberico Under 16. Ma per strappare Kaio Jorge al Santos, nell’estate del 2021, mi era anche andata peggio. C’erano ancora numerose restrizioni per il Covid e potevo soggiornare in Brasile per un massimo di cinque giorni se volevo evitare la quarantena. Ma la trattativa è andata per le lunghe, sono rimasto chiuso in albergo con i suoi agenti per una settimana e al rientro mi hanno imposto l’isolamento: avevo trascorso il Ferragosto da solo quell’anno, barricato in una camera del J Hotel…».
KAIO DIMOSTRERA’ IL SUO VALORE – «Resto convinto di sì. Kaio è stato sfortunato, perché è incorso in un grave infortunio proprio mentre stava ultimando il periodo di ambientamento in Italia, ma ha doti fuori dal comune. E già nei prossimi sei mesi, a Frosinone, farà vedere quanto vale».
SOULE’ – «Ho visto Matias dal vivo, per la prima volta, in un Velez-Boca del campionato argentino Under 12, lui aveva 11 anni perché giocava già sotto età. Ovviamente allora non poteva firmare per noi, solo che qualche tempo dopo si era messo in mostra con l’Argentina nel corso di un torneo in Algarve cui presenziavano gli osservatori di tutto il mondo: il vantaggio di conoscerlo da tempo sarebbe potuto andare in fumo, invece proprio grazie al rapporto costruito in quegli anni al momento del grande salto in Europa ha voluto soltanto la Juventus, nonostante fossero pronti a far carte false per lui almeno 10-12 grandi club».
YILDIZ – «Kenan l’abbiamo strappato a zero al Bayern Monaco nei giorni in cui il loro ds Salihamidzic era a Torino per chiudere De Ligt. In giro si diceva che il giovane turco stesso per firmare per il Barcellona e noi l’abbiamo lasciato credere a tutti per un po’… temevamo che l’operazione potesse avere ripercussioni sulla cessione per oltre 80 milioni del difensore!».
DA TOGNOZZI AD ALLEGRI – «La mano si nota, ma non è soltanto la mia. È quella di tutte le anime di un gruppo scouting strutturato, suddiviso tra mercato italiano, mercato internazionale e mercato prima squadra. E sono felice che sia Allegri a lavorare con tutti questi giovani: è il tecnico ideale per tirar fuori il loro meglio».
WEAH – «Si dice che il mercato “dei grandi” sia più semplice, ma nel suo caso ci siamo presi un bel rischio: Timothy aveva poco storico come esterno difensivo. Lo conoscevamo dai tempi in cui era un attaccante nel vivaio del Psg, ma il suo caso conferma l’importanza di continuare a osservare anche a livello di prime squadre: ci siamo convinti delle sue qualità un anno fa, quando Fonseca l’ha abbassato di posizione, andando a vedere in giro per l’Europa tutte le amichevoli del Lille durante la sosta invernale per l’ultimo Mondiale».
RIMPIANTO BELLINGHAM – «Penso sicuramente a Bellingham, cui siamo stati vicini nel 2019. Tra pochi giorni lo incrocerò al Bernabeu e mi fa un certo effetto ripensare a quando avevo conosciuto lui e la sua straordinaria famiglia: è un ricordo che custodisco gelosamente. In quel caso, però, aveva semplicemente deciso di proseguire il percorso di crescita nel suo club di sempre, ovvero il Birmingham».
HAALAND – «Siamo stati davvero a un passo da Haaland. Era il mese di novembre del 2017, io ero arrivato in luglio, quindi è stato uno dei primi contatti che ho stretto alla Juventus, in quel caso insieme a Cherubini. Il fatto è che nel mercato della prima squadra c’è tempo per lavorare alle trattative, con i giovani in pochi giorni può cambiare tutto. Ce l’avevamo in mano, ma ai tempi sarebbe stato un innesto per la Primavera e l’operazione venne giudicata troppo onerosa per rinforzare il vivaio. Allora faceva ancora panchina al Molde, ma nel giro di poche settimane iniziò a giocare e a segnare, così tutti si avventarono su di lui. E un club come il Salisburgo potè prospettargli un rapido inserimento in prima squadra. Molti scout vivono queste situazioni con frustrazione, ma lavorando a stretto contatto con la direzione sportiva ho capito che è inevitabile: resta la consapevolezza di aver lavorato bene».
NUOVI TALENTI IN RAMPA DI LANCIO ALLA JUVE- «Intanto tra poco arriverà Nonge Boende, il cui debutto in prima squadra è vicino: il suo talento è incredibile, lo metto sullo stesso piano dei coetanei Huijsen e Yildiz. E poi dico Mazur, che è un centrocampista del 2007 dotato di tecnica, fisico e personalità. Ha davvero grande prospettiva. È stato il mio ultimo acquisto alla Juventus e vedo tutti i presupposti perché segua le orme di chi oggi è agli ordini di Allegri».