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Turci: «Juve ancora in costruzione, ecco le differenze tra Thiago Motta e Allegri. Nel mercato di gennaio servirà questo giocatore» – ESCLUSIVA

Juventus News 24

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Turci in ESCLUSIVA: le dichiarazioni dell’inviato e bordocampista di DAZN a Juventusnews24.com sulla squadra di Thiago Motta

Tommaso Turci, inviato e bordocampista di DAZN, è intervenuto in esclusiva a Juventusnews24.com. Le dichiarazioni del giornalista sui principali temi del momento in casa bianconera, dal momento dei bianconeri al mercato.

Da bordocampista, che impressione le ha fatto la prima Juventus di Thiago Motta?
«Stiamo parlando di una Juventus ancora in costruzione. Sono cambiati tanti giocatori, è cambiata anche una filosofia, un modo di giocare che tende a dominare il campo con il pallone. Sta facendo un pochino fatica sicuramente negli ultimi 25-30 metri a costruire tante occasioni. Però nell’economia della partita io vedo anche delle cose positive, quindi credo che il bilancio non sia da buttare dei primi 3-4 mesi di Thiago Motta alla Juventus».

Sono passati solo pochi mesi, ma dal campo qual è la prima differenza che ha notato rispetto alla Juve di Allegri?
«Rispetto alla passata stagione sono cambiati tanti principi, tante idee, soprattutto gli interpreti. Nonostante ci siano stati in questo inizio tanti infortuni, il modo di giocare di questa squadra è sicuramente diverso rispetto a quello che si vedeva con Massimiliano Allegri. La principale differenza, come dicevo anche prima, è che questa squadra vuole tenere sempre il pallone. Infatti ha una percentuale di passaggi riuscita molto alta che significa che molte volte non si rischia la giocata come si dovrebbe, ma si tende a tenere il pallone per evitare di consegnarlo all’avversario».

Douglas Luiz e Nico Gonzalez non si sono ancora visti, come giudica invece i primi mesi di Koopmeiners?
«I primi due devo dire che hanno trovato un po’ di problemi sia nell’ambientamento, e qui parlo di Douglas Luiz, che dal punto di vista proprio della continuità dal punto di vista fisico per quanto concerne Nico Gonzalez. Erano due giocatori arrivati per essere due punti cardine di questa Juventus e stanno trovando un po’ di difficoltà. È anche vero che, soprattutto per Nico Gonzalez, che ha avuto un infortunio abbastanza importante, ci sono margini per dimostrare di essere un giocatore importante per questa Juve. Su Douglas Luiz credo che ci sia anche un tema legato al calcio italiano e all’ambientamento all’interno della squadra, perché anche quando stava abbastanza bene non l’abbiamo visto tanto. Su Koopmeiners invece, io ho sempre grande stima di lui. Credo che a inizio stagione sia stato criticato eccessivamente rispetto a quelle che erano le sue prestazioni. A volte sono rimasti negli occhi il gol sbagliato, l’occasione mancata. Ma parliamo comunque di un top assoluto e sono convinto che riuscirà a portare il suo valore. Ha sempre alzato il livello nelle squadre in cui ha giocato. Ricordiamoci che, in ogni caso, arrivare alla Juventus e vestire questa maglia non è semplice per nessuno e Koopmeiners è anche un giocatore che tende ad essere valorizzato nel momento in cui gira il resto della squadra. Adesso sta mancando senza dubbio qualcosa davanti e anche lui sta pagando».

Conceicao può diventare un top player di livello internazionale?
«Conceicao è sicuramente un giocatore che sta avendo una grande crescita in questa stagione ed è anche unico per caratteristiche. Lui è uno dei pochi che ti dà la possibilità di costruire la superiorità numerica andando a puntare l’uomo, quindi costruendo dribbling e costruendo imprevedibilità nella manovra bianconera. Allo stesso tempo io ho la sensazione che anche per lui ci siano degli altri step di crescita da fare all’interno dei 90 minuti e nell’economia di una partita. Lui può ancora migliorare tanto e sicuramente l’età e il tempo sono dalla sua per diventare un top. Ma alla Juventus bisogna sempre dimostrare, soprattutto quando stai andando bene le aspettative si alzano di conseguenza. Pertanto starà lui a dimostrare di essere un giocatore non solo top per la Juve ma anche top a livello internazionale».

La Juventus dovrebbe puntare su Vlahovic anche per il futuro rinnovando il suo contratto?
«Quando giochi nella Juventus devi dimostrare sempre il tuo valore e questo vale anche per Vlahovic. È inutile pensare a quello che sarà in futuro, Vlahovic deve dimostrare sul campo di essere l’attaccante che la Juve vuole per il futuro, quindi saranno le prestazioni a determinare se sarà lui ad essere il punto fermo dell’attacco anche per le prossime stagioni. Quello che posso dire è che parliamo di un attaccante che deve incrementare il numero di gol segnati e diventare anche importante all’interno della partita. Io credo che quando Vlahovic sta bene, lo ha dimostrato anche in passato, possa essere sicuramente un attaccante che ci sta lì davanti. Forse quello che è mancato quest’anno più che Vlahovic sono le alternative a Vlahovic».

Capitolo mercato. Secondo lei un nuovo attaccante sarebbe prioritario rispetto al difensore?
«Assolutamente. Il difensore serve, ma l’attaccante serve ancora di più. È importante pensare di recuperare Milik, anche se parliamo di un attaccante che ha trovato veramente pochi minuti e poche partite in generale in tutto il 2024. Però avere una profondità lì davanti con tante competizioni, con la Champions League che continuerà, le tante partite in campionato eccetera è fondamentale. Anzi secondo me uno degli errori che è stato fatto quest’estate dalla Juventus è stato quello di non avere un terzo attaccante di ruolo lì davanti. Sì, magari Nico Gonzalez avrebbe potuto farlo. A Thiago Motta piace questa soluzione di non avere un terminale offensivo che ha le caratteristiche proprie del centravanti, quindi un giocatore che che ama legare il gioco. In questo senso possono essere diverse le soluzioni, però la verità è che i numeri del centravanti, anche in termini di gol, sono fondamentali e questo è mancato un pochino. Poi qualcuno che sostituisca Bremer ci deve essere per forza, è proprio una questione anche numerica rispetto alla rosa. Detto che Bremer è insostituibile».

Infine sulla Nazionale. Dove immagina l’Italia di Spalletti al termine del Mondiale 2026?
«È difficile proiettarsi a quello che sarà il 2026 e a quella che sarà l’Italia dopo che sarà stato giocato il Mondiale oltreoceano. Quello che posso dire è che il gruppo mi sembra ben coeso, che ci sia un’unità di intenti per arrivare a giocarsi questo mondiale, finalmente, visto che manca da troppo tempo. Poi già arrivare lì e già andarselo a giocare per noi sarebbe ormai qualcosa di rilevante e di storico. È una cosa che dobbiamo assolutamente andare a giocarci. Poi capiremo se si continuerà con Spalletti oppure se si inizierà un altro ciclo, ma intanto la cosa più importante oggi è qualificarsi a questi mondiali».

Si ringrazia Tommaso Turci per la disponibilità e la gentilezza mostrate in questa intervista.

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