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Uva e l’ipotesi Final Eight anche in futuro: cos’ha detto il vicepresidente dell’UEFA

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Michele Uva, vicepresidente dell’UEFA, ha rilasciato alcune dichiarazioni sulla ripresa del calcio dopo l’emergenza Coronavirus

Michele Uva, vicepresidente della UEFA, ha parlato a Tutti Convocati su Radio 24. Tanti gli argomenti toccati, le sue parole.

RIPARTENZA – «È stato un lavoro complesso, la situazione a livello europeo era disomogenea. Spostare l’Europeo di un anno è stato un atto di responsabilità, come dare la possibilità ai campionati di ripartire. Quaranta paesi in Europa hanno ripreso il proprio percorso che non è ancora “normale”, perché mancano gli spettatori, ma bisognava sempre pur partire da un punto».

TIFOSI ALLO STADIO – «Questo non lo si può dire oggi, viaggiamo monitorando tutto quello che avviene in Europa, lo facciamo con calma e responsabilità. Tutto dipende dai governi nazionali è giusto che sia così. La UEFA doveva mettere in sicurezza il sistema calcio e lo abbiamo fatto con responsabilità e attenzione. Abbiamo dimostrato, con le decisioni prese, di essere stati leader in Europa grazie anche alla stretta collaborazione con ECA e EL».

FINAL EIGHT – «Il nuovo formato accattivante per il futuro? Oggi ci godiamo il recupero delle energie dello sforzo fatto negli ultimi tre mesi. Formule nuove oggi non sono all’ordine del giorno. Ora chiudiamo questa stagione e riapriamo la nuova, anche lì abbiamo dato due mesi in più, i group stage riprenderanno ad ottobre e arriveremo all’Europeo a giugno che ha confermato le quattro gare in Italia, inclusa quella inaugurale a Roma. Speriamo di arrivarci in modo sereno».

FAIR PLAY FINANZIARIO – «Le regole del FFP erano il secondo grande punto da affrontare, con la condivisione dell’ECA. Abbiamo considerato che il Covid porta e porterà un impatto sui conti dei club. Il FFP non viene né cancellato né sospeso, abbiamo trovato due o tre correttivi che vengano incontro alle esigenze dei club e della sostenibilità del sistema intero. Il 2019-20 verrà matchato col 2020-21, il periodo di monitoraggio diventa di quattro anni e ci saranno mitigation factor che sono tutto quello che una società ha perso per colpa del Covid che potrà essere giustificato alla UEFA e quindi rientrerà nei conteggi. Anche questo è stato un successo politico del presidente Ceferin e della Uefa».

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