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Vaciago: «Juve disastrosa da febbraio in poi, col Milan è la sfida della disperazione»
Vaciago: «Juve disastrosa da febbraio in poi, col Milan è la sfida della disperazione». L’editoriale del direttore di Tuttosport
Vaciago, direttore di Tuttosport, ha scritto un editoriale sul quotidiano torinese riguardo Juve Milan di oggi e non solo.
VACIAGO – «Juventus e Milan si affrontano stasera con l’Inter che ha appena conquistato lo scudetto: un successo che è sostanzialmente iniziato con la vittoria sulla Juventus il 4 febbraio e si è trionfalmente concluso proprio nel derby di lunedì. Juventus e Milan si affrontano da terza e da seconda, quindi, sulla carta non in circostanze fallimentari, ma i freddi numeri della classifica non riescono a raccontare la delusione dei tifosi bianconeri per una stagione arrancante anche quando la squadra vinceva e disastrosa da febbraio in poi; così come non spiegano la frustrazione dei tifosi rossoneri nell’aver visto saltare uno per volta tutti gli obiettivi, l’ultimo dei quali, l’Europa League, in due sconfortanti prestazioni contro la Roma. Juventus e Milan, dunque, si affrontano in una sfida della disperazione, con la quale cercano gli ultimi punti per ceralaccare la qualificazione Champions e rispolverare l’onore, calpestato negli ultimi tempi. Poi sarà tempo di ricostruire, perché in questo momento il campionato italiano propone un fi lm già visto nell’ultimo decennio: una squadra ben costruita e ben gestita (non un caso, dallo stesso manager) che continua a vincere anche per l’incapacità degli avversari di riorganizzarsi. Se Juventus e Milan non azzeccano la ristrutturazione estiva, rischiano di veder vincere l’Inter anche l’anno prossimo e magari quello dopo, perché in un contesto di relativa ristrettezza economica com’è attualmente il sistema calcio itali no, può bastare prendere l’abbrivio giusto e sfruttare la corrente per stare sempre davanti. Il primo punto, per Juventus e Milan, sarà quello di non sbagliare la scelta dell’allenatore. Il nome di Thiago Motta aleggia su entrambi i club (ma un po’ di più sui cieli della Continassa) e poi c’è una lista corposa di altri candidati. Il dilemma è antico: un big costa e in questo momento Juve e Milan puntano alla sostenibilità; un emergente comporta i rischi che derivano dal peso di allenare un grandissimo club. Non è mai solo una questione di proposta di gioco, ma di spessore caratteriale per reggere le pressioni. Se la Juventus sembra aver trovato una strada, i dirigenti del Milan dovrebbero chiedersi: Berlusconi, a questo punto, chi sceglierebbe? Se fossimo oggi nel 1987, probabilmente il brillante Possanzini del Mantova, ma è una provocazione, perché siamo nel 2024 e il calcio è tanto, troppo, cambiato. Ma resta valido il principio: avere il coraggio delle idee. Poi il resto lo deve fare il mercato: Juve e Milan hanno bisogno di qualità e non meno di 3/4 ottimi giocatori a testa. Non sarà facile, date le circostanze economiche, ma ogni anno ci sono esempi di club che centrano colpi a basso costo e alto rendimento. Per la Juventus, per esempio, non è più tempo di Higuain o Ronaldo, ma si può ricordare di quanto ha vinto con Vidal, Vucinic e Lichsteiner. Juventus e Milan, tuttavia, possono anche sperare anche nel risveglio di due fuoriclasse come Vlahovic e Leao che, per vicende diverse ma strade parallele, hanno fatto intravedere tantissimo e consegnato meno della metà. Il futuro del calcio italiano (che per uscire della crisi deve ritrovare una competitività generale più alta nei suoi tre club più rappresentativi) è nelle mani di Juventus e Milan che, forse anche da stasera, devono sbagliare il meno possibile».