Juventus Women
Vangsgaard giocatrice che si merita la Juventus Women. E chi invece non se l’è meritata
Vangsgaard giocatrice che si merita la Juventus Women. E chi invece non se l’è meritata: l’investitura di Rosucci cela un’accusa
Amalie Vangsgaard si chiama Amalie e non Amelie ed è l’acquisto più azzeccato del mercato estivo della Juventus Women. Anzi no. C’è Krumbiegel. C’è Bennison. C’è anche Bergamaschi. Pure Kullberg ieri è parsa in netta crescita. Se Proulx (esordio con la Sampdoria?) come minimo non vola… Qualcuno potrebbe restarne deluso. Mercato esplosivo, viene persino il dubbio che con questa Schatzer più Rosucci si sia fatto bene a non andare su un’altra centrocampista. Il colpaccio vero è Canzi che col suo staff le fa over-performare tutte: impressionante la condizione fisica. E chi preferiva Bakker pensando a un progetto ridimensionato ora ringrazia l’intuizione di Braghin (in Juve nemmeno i suoi collaboratori più stretti sapevano di Max).
Vangsgaard, quindi. Al PSG era un oggetto misterioso perché giocava sull’esterno, in Serie A femminile da centravanti fa i buchi. È più alta, più potente, più veloce, più tecnica, più generosa, tira più forte: il mismatch con Georgieva e Filangeri con la Fiorentina è stato quasi imbarazzante. Ieri a Biella c’era pure il ct della Danimarca che osservava lei e tre-quattro giocatrici viola. Ha fatto un gol pazzesco, poteva farne quattro: al minuto 88 ha deciso di regalarne uno a Rosucci (che ne aveva bisogno) rinunciando alla doppietta. Gesto bellissimo, da «ottima persona», come ha sottolineato Canzi in conferenza stampa. A quanto pare Amalie lo è: non perché legge i classici in riva al Po nelle giornate di riposo ma per come è amata dalle compagne.
Rosucci amplia il discorso: «Vangsgaard che mi passa la palla.. Ecco cosa è cambiato. Ci sono giocatrici che lottano per la Juventus e che hanno voglia di sacrificarsi. Giocatrici per cui la Juventus è la prima scelta». Interpretiamo: c’è chi oggi merita la Juve e chi evidentemente non se l’è meritata. Non è difficile unire i punti e intercettare il messaggio tra le righe rivolto a qualche fresca ex. Lo spogliatoio oggi è compattissimo, l’anno scorso volavano stracci. Qualcuna pensava solo a se stessa, qualcun’altra se ne è andata senza nemmeno salutare. ’Indovina di chi è la colpa’ è un gioco divertente ma fine a se stesso. Più che i singoli elementi è cambiato l’insieme: quello passato probabilmente non si meritava la Juve, quello attuale sicuramente sì.