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Venezuela, festa e dolore anche per lo juventino Rincon
La Nazionale Under 20 del Venezuela, patria di Rincon, ha conquistato un traguardo storico, per il giovane calcio di quel paese: la possibilità di disputare una finale mondiale in un torneo FIFA
La Vinotinto, così è chiamata la Selecion Venezuelana per il colore della maglia, in un Paese dilaniato è, ormai da anni, l’unico catalizzatore che riesce ad aggregare una società divisa e dilaniata, una società che negli ultimi mesi deve affrontare, oltre all’emergenza alimentare, oltre alla mancanza di medicinali, una repressione feroce da parte della polizia del regime di Nicolas Maduro nei confronti degli studenti che ormai ogni giorno scendono in piazza a protestare e chiedere che sia reinstaurata la democrazia in Venezuela. Data la gravissima situazione che sta attraversando Venezuela non è possibile scindere la vicenda sportiva da quella socio-politica.
Ieri Rafael Dudamel, CT della Nazionale Under 20 venezuelana, dopo la vittoria contro l’Uruguay che ha permesso alla Vinotinto di raggiugere la Finale del Mondiale di categoria, ha lanciato al Presidente Nicolas Maduro un messaggio in cui mette in evidenza come la gran gioia e la grande felicità per aver raggiunto questo risultato sia offuscata dalle decine di giovani morti in Venezuela in seguito alla repressione da parte del regime. Fa venire la pelle d’oca ascoltare Dudamel che dice; “…signor Presidente, oggi l’allegria ce l’ha data un ragazzo di 17 anni e ieri (in Venezuela ndr) è morto un ragazzo di 17 anni… abbassate le armi”.
Un risultato storico per il calcio venezuelano, un risultato che dovrebbe essere festeggiato, e lo sarebbe stato prima dell’aprile di quest’anno, per le strade di Caracas e di tutta la Venezuela con caroselli di auto e tutta l’allegria della gente venezuelana, quell’allegria che solo chi conosce i Caraibi può comprendere.
Invece non ci sarà nessuna festa per questo risultato storico, le strade di Caracas e di tutta la Venezuela seguiteranno ad essere occupate dalla protesta degli studenti, delle donne e degli uomini che ogni giorno scendono in piazza a chiedere libertà e democrazia; non ci sarà festa perché non c’è nulla da festeggiare quando ogni giorno muore un giovane venezuelano per mano della repressione violenta del regime di Nicolas Maduro. Molti giovani della protesta venezuelana manifestano indossando la “camiseta” della Vinotinto: vedere le foto degli studenti con indosso questa maglia affrontare la GNB (Guardia Nacional Bolivariana ndr) suscita in me una gran tristezza perché vedere una maglia di una squadra di calcio intrisa del sangue di un ragazzo ferito è doloroso a prescindere: il calcio e lo sport, in generale, sono espressione di vita, di gioia e di libertà ma in Venezuela in questi mesi c’è poca gioia e ormai da troppi anni non c’è più la libertà.
Domenica 11 giugno la Vinotinto affronterà l’Inghilterra nella finale: mi auguro di leggere che domenica tutta la Venezuela si fermi e sia davanti ai televisori a tifare per questi ragazzi che sono le nuove leve del calcio venezuelano, e si spera mondiale; mi auguro che domenica tutti i venezuelani scendano per le strade a festeggiare e per un giorno almeno non si parli di repressione e di scontri violenti delle forze di polizia contro ragazzi disarmati. Lo so che questa è un’immagine retorica e la realtà sarà molto differente ma sognare non costa nulla.
Nella Juventus gioca Tomas Rincon, che è un frutto del vivaio venezuelano, un “gocho” (originario della provincia di Tachira, ndr) che, partito da San Cristobal, è approdato alla Juventus; Rincon è orgoglio per tutti i venezuelani ma è anche esempio per questi ragazzi che compongono la Nazionale Under 20. Sarebbe bello che anche la Juventus faccia come ha fatto il Crotone: vada come vada la finale, mi piacerebbe veder sventolare dal balcone di Corso Galfer la bandiera venezuelana affiancata a quella della nostra Juventus, sarebbe un segnale importante ed un gesto di grande umanità verso il popolo venezuelano, sarebbe un gesto che aiuterebbe far aumentare la conoscenza di quello che succede in Venezuela, perché nessuno può rimanere in silenzio davanti alla violenza di un regime che si accanisce verso i giovani che sono il futuro e la speranza di ogni Nazione.
“….oggi l’allegria ce l’ha data un ragazzo di 17 anni e ieri è morto un ragazzo di 17 anni…” cit. Rafael Dudamel
Massimo Sottosanti, opinionista e Invitato Speciale di juventusnews24.com