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La grande vergogna d’Italia: a nessuno frega nulla dei buu razzisti a Matuidi!
Perché si parla solo di Calvarese e del Var e non dei buu razzisti a Matuidi? Forse è meglio far finta di nulla, ma così non cresceremo mai
Passa il tempo. Cambiano le regole, aumenta la tecnologia, ci si evolve, si cresce. E per questo motivo non si dovrebbe mai smettere di imparare. Ma di Cagliari-Juve, soprattutto del giorno successivo a Cagliari-Juve, agli italiani è rimasta solamente una cosa in mente: la svista dell’arbitro Calvarese e del Var Banti sul fallo di mano in area di Federico Bernardeschi, che avrebbe potuto cambiare la partita. Questo significa che siamo ancora troppo piccoli per capire, eccessivamente ignoranti per comprendere che il calcio non è l’unica cosa che conta. Che prima di qualsiasi risultato sportivo esiste la dignità delle persone. Dignità che, alla Sardegna Arena, un bel gruppo di tifosi isolani ha perso ricoprendo di buu razzisti Blaise Matuidi. Un gesto di una vergogna inaudita, di una gravità inenarrabile, di un’inciviltà figlia della parte peggiore della nostra amata Italia. Figlia della parte peggiore di noi stessi. Ma non sono solo gli ululati razzisti che ci lasciano delusi, che ci portano a riflettere. Perché il gesto, in quanto tale, si commenta da solo e non avrebbe bisogno di spiegazioni o di risposte.
In questo marasma ci resta il silenzio di Sky, che durante la telecronaca di Cagliari–Juve ha preferito chiudere non due, ma ben quattro occhi. Quelli di Federico Zancan e Luca Marchegiani, che hanno voluto glissare sull’argomento, concentrandosi sul calcio d’angolo e non sul gesto plateale di Matuidi a Calvarese. Probabilmente lo hanno fatto in buona fede, o almeno speriamo che fossero realmente in buona fede, anche perché ci si poteva aspettare una sensibilità diversa dalla principale emittente satellitare in Europa. Che ha fatto del calcio pulito, del “nuovo inizio” del calcio italiano un marchio di fabbrica peraltro molto apprezzato da tutti. Ma il problema non è certo solo Sky, anzi. Perché aprendo i quotidiani di questa mattina, nelle prime pagine, non c’è una sola riga sugli ululati razzisti di uno spicchio della Sardegna Arena all’indirizzo di Matuidi. Ma sul mani di Bernardeschi spazio ne hanno trovato tutti. E ci sta, perché è un episodio che vista la sua importanza nella partita va segnalato, ma almeno ci si poteva mettere una mano sulla coscienza pensando al francese.
Si, proprio al francese della Juve, che già la scorsa settimana a Verona aveva subito lo stesso identico gesto discriminatorio. Però è stato più importante, per tutti, parlare della rinascita di Dybala, dimenticandosi di Matuidi, che forse non merita di giocare in Italia. Lui è troppo superiore per il nostro calcio, troppo intelligente per cadere nelle provocazioni, troppo abile per dare importanza al silenzio di un’Italia che del razzismo se ne frega. Tanto è più importante il calcio d’angolo, la punizione non data, il rigore non fischiato, le lamentele di Sarri, il caso Nainggolan, il mercato e tutte le altre inezie che circondano il pallone. Continuiamo a rimanere un popolo di persone piccole piccole piccole. Non basterà il Var, la moviola in campo e tanti altri marchingegni tecnologici a farci evolvere. Tanto noi faremo sempre finta di niente quando si tratta di cose serie. E il razzismo è una cosa seria. Ma va bene così, forse ci meritiamo la realtà malata che stiamo costruendo con le nostre stesse mani.