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Vialli: «Il calcio vive di attimi fuggenti. I miei miti? Boninsegna e Cabrini» – VIDEO

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Le origini di VIALLI: "Il calcio vive di attimi fuggenti. I miei miti? BONINSEGNA e CABRINI"

Gianluca Vialli racconta così il suo inizio di carriera con la maglia della Cremonese: questi i ricordi dell’ex Juventus

Metti insieme Vialli e la Cremonese e l’emozione è sicura. La sua immagine allo stadio Zini per Cremonese-Sassuolo, indossando una maglia storica del club che lo ha fatto conoscere al grande calcio, è stata una delle più forti dell’ultimo periodo. Almeno per chi vuole bene a Gianluca – impossibile, non volergliene -, che è poi uno dei modi per essere affettivamente legati anche al calcio che lui ha vissuto e rappresentato.

Massimiliano Alvini, il mister che ha fatto un lungo giro prima di arrivare in Serie A. Non sapeva che Vialli fosse allo stadio e si è emozionato nel venirne a conoscenza: «È un grande. Mi piacerebbe salutarlo. Gianluca è un uomo di calcio, mi fa piacere sapere che era qui a vedere la partita. Poi era vestito di grigiorosso, tanta roba, uno spettacolo». Ma cos’è stato Gianluca per la Cremonese?

Proviamo a definire alcuni concetti partendo dall’esordio in C1 a soli 16 anni, 3 campionati in Serie B con saluto finale proprio con la promozione in Serie A dei grigiorossi. Un  percorso denso di esperienze ricche dal punto di vista umano. Fondamentali per poi muoversi in un calcio più ricco: lontano dalla provincia, meno spensierato, ma senza mai dimenticare quella leggerezza acquisita nell’infanzia, l’ingrediente fondamentale da trasportare nella Sampdoria e permetterle di vivere stagioni bellissime, fino alla conquista dello scudetto e all’incredibile avventura di una finale di Coppa dei Campioni a Wembley.

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