Gianluca Vialli, eterno simbolo della Juventus
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Gianluca Vialli, eterno simbolo della Juventus più vincente

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Gianluca Vialli, attaccante, capitano e non solo: è stato un eterno simbolo della Juventus in campo e fuori. Il suo ricordo

E come si fa a dimenticare quella testa rasata – spesso in volo sottosopra -, coraggiosa e spregiudicata nell’inseguire acrobazie e gol impossibili, sfidando gli avversari nel cuore dell’area di rigore. Muscoli d’acciaio al servizio di una mente acuta, con una potenza inaudita gestita da una tecnica invidiabile. Tanto roccioso in campo quanto timido e garbato fuori, Luca Vialli è stato il simbolo del calcio italiano tra fine anni ’80 e inizio ’90, senza però mai ottenere la consacrazione che avrebbe meritato in Nazionale.

Si è imposto alla Cremonese, ha fatto innamorare tutti alla Samp in coppia con Mancini e ha vinto tutto alla Juventus, con la fascia di capitano al braccio, prima di chiudere al Chelsea. Giocatore intelligente e leader nato, capace di trascinare compagni e tifosi con uno sguardo, e con un carisma raro, che si percepiva anche da fuori. Negli ultimi anni si è ritrovato a combattere contro un avversario spietato, che non gli ha dato tregua fino a costringerlo ad abbandonare l’azzurro – uno degli ultimi ed evidenti segnali di resa – ma il modo migliore per rendergli omaggio è ricordare l’uomo straordinario e il campione irraggiungibile che è stato.

Per Agnelli era Michelangelo, capace di dipingere in punta di pennello ma anche spaccare la roccia per scolpirla, con i suoi fendenti imparabili, per i tifosi della Juve semplicemente il capitano, punto di riferimento prezioso e costante negli anni in cui si vinceva tutto. Uno scudetto storico alla Samp, e una Champions sfiorata con sconfitta indigesta 1-0 in finale contro il Barcellona. Poi la meravigliosa coppia in campo con Mancini si separa per ritrovarsi in quell’abbraccio fraterno dopo il successo in finale degli Europei contro l’Inghilterra. Vialli da Genova sceglie la Juve e dopo i primi due anni con Trapattoni spicca il volo, perché Lippi intuisce il suo potenziale infinito e gli costruisce la squadra e un attacco intorno. Era il pupillo di Ventrone, il suo “Marine” preferito, a Torino vince lo scudetto e solleva l’ultima Champions della storia juventina sotto il cielo di Roma, l’immagine che rimarrà scolpita nel cuore di tutti i tifosi della Juventus, per l’eternità. Fai buon viaggio Gianlucaccio

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