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Vicini racconta Argentina Italia: «Meritavamo la finale» – VIDEO
Vicini racconta Argentina Italia: «Meritavamo la finale». Le parole sulla semifinale persa al Mondiale 1990 – VIDEO
Vicini racconta Argentina Italia del Mondiale 1990 in Italia. Queste le parole dal video storico d’archivio di Calcionews24.
DELUSIONE – «Con l’Argentina fu una partita che purtroppo ci deluse non sul piano del gioco, ma il risultato, l’amarezza dell’eliminazione di non poter fare la finale».
ITALIA ’90 – «Le notti magiche sono storiche. Furono il segno di una situazione emotiva incredibile. Noi finivamo le partite all’Olimpico, partivamo a mezzanotte, arrivavamo ai Castelli Romani ed eravamo in ritiro verso le 2. Erano 30-40 km tra due ali festose di gente. Credo non si vedrà mai più».
SEMIFINALE A NAPOLI – «L’aria era buona, venivamo da 5 vittorie consecutive senza aver subito un gol, la cornice dell’entusiasmo di Roma e di tutta Italia. C’era qualche preoccupazione perché più si va avanti più gli avversari sono forti, poi perché Maradona aveva fatto delle dichiarazioni ai napoletani che aveva bisogno di loro. In realtà qualche disagio ci fu sul piano del pubblico».
ARGENTINA – «Era arrivata in semifinale vincendo un paio di partite mi sembra e andando avanti ai rigori. Ha trovato una grande giornata, noi in quel momento abbiamo avuto qualche difficoltà. L’apporto del pubblico ci è un po’ mancato, la squadra aveva fatto la sua partita e meritava di vincere. Il caso di mille combinazioni ha voluto che ci capitasse l’Argentina a Napoli. Era una buona Argentina, non eccezionale, con un grande leader che fece un Mondiale normalissimo. Eravamo andati in vantaggio e fino alla fine abbiamo mantenuto l’iniziativa anche se loro non ci han concesso molto. La delusione fu profonda perché pensavamo di meritare qualcosa di più».
LA PARTITA – «La partita è stata difficile, loro hanno centrato l’unica ottima partita, in finale hanno difeso. Il portiere è stato molto bravo perché ha parato rigori importanti. Hanno fatto mezzo tiro in porta su una deviazione. Dopo le osservazioni della critica ci stanno sempre, ma in una semifinale non è possibile non far tirare una squadra in porta una volta o poco più. Sottorete abbiamo sbagliato qualcosa. Prima dei rigori eravamo ancora fiduciosi, ma per infortuni c’erano stati dei cambi e di rigoristi erano rimasti pochi. Abbiamo fatto i primi 3 con Baresi, Baggio e De Agostini. Loro, che nei precedenti avevano sbagliato parecchio, hanno sempre riposto pareggiando. Poi il quarto e quinto li abbiamo sbagliati, il portiere fece due belle parate muovendosi anche prima. Maradona fece il quarto decisivo.»
GIOCARE IN CASA – «La pressione era enorme. Dico sempre che fuori casa non dico avremmo fatto meglio, ma ci sarebbe stato meno stress. Giocando in casa anche quando vincevamo dovevamo continuare ad attaccare perché c’erano 80mila persone ad incitarci. Per cui abbiamo speso energie incredibili. Abbiamo vinto partite con un gol di scarto dove meritavamo molto di più, anche per errori arbitrali. La stessa partita con l’Argentina, sull’1-0, Giusti era ammonito , fece un fallo di mano dove era previsto l’ammonizione, l’arbitro rimettere dentro il cartellino».
IL PERCORSO – «L’Italia non meritava. 6 vittorie 1 e 1 pareggio sono un ruolino incredibile cne henne storia dei Mondiali ha fatto la Francia solo, vincendo il titolo. L’ultima partita con l’Inghilterra Bari, dove eravamo stati eliminati dalla finale del primo posto, lo stadio era pieno. La gente aveva capito l’amarezza della squadra che stata privata immeritamente da una finale».
LA SQUADRA – «Eravamo una squadra molto tecnica e veloce, brillante. Ci esplose Schillaci, ma gli attaccanti che gli anni prima avevano fatto molto bene in quell’annata lì non avevano fatto molto. E’ stata l’unica nazionale nella storia del calcio fatta in casa, cioè creata con l’under 21, portata agli Europei del 1988 dove arrivò terza con 8-10 dall’Under 21, due anni dopo al Mondiale 10 su 11 gli stessi dell’Europeo. Il filo conduttore era incredibile. Sarebbe stato il frutto di un certo tipo di lavoro».
TERZO POSTO – «Con 6 vittorie e 1 pareggio dà tante soddisfazioni come arrivare secondi. In un campionato nel mondo non si vince se c’è un pizzico di buona sorte. Se hai una cattiva sorte, anche con una buona squadra puoi andare a casa presto».