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Vlahovic «appannato» e sostituito: serve tempo. 3 mosse per il futuro
Vlahovic «appannato» e sostituito: serve tempo. 3 mosse di Allegri per il futuro dell’attaccante serbo alla Juventus
Primo passo indietro per Dusan Vlahovic nella sua nuova era alla Juve. Il duello nel derby della Mole col Torino è stato vinto nettamente da Gleison Bremer, bravo a replicare la marcatura attenta attuata su di lui già in quel Toro-Fiorentina 4-0, non lasciandogli spazio di manovra. 75′ sottotono per l’attaccante serbo, sostituito poi a sorpresa nel finale da Allegri. «Ha fatto fatica con Bremer – ha dichiarato l’allenatore nel post partita a Dazn. Dusan è molto bravo ma deve imparare tanto. Doveva portare il pallone in giro per il campo, perchè Bremer è bravo nelle palle dritte, meno se lo fai girare per il campo. Arriva da una squadra che giocava una partita alla settimana. È normale che l’entusiasmo e la voglia di fare l’hanno un po’ appannato. Fa parte di un percorso di crescita». 3 mosse, ora per dare seguito al suo percorso di adattamento alla Juventus.
Intesa in campo. Con un terminale offensivo così forte fisicamente e di riferimento in area, servono più palloni giocabili. Contro il Torino, Vlahovic ha giocato spesso spalle alla porta lontano dall’area di rigore, perdendo quasi tutti i duelli aerei con Bremer. Tante palle lunghe a scavalcare il centrocampo, poche idee nell’assisterlo. Poteva sfruttare forse meglio quell’unica chance a disposizione (troppo debole il tiro d’interno dal limite rimpallato) ma fasce, centrocampo e attacco possono e devono rifinirlo con più frequenza. Un’opportunità a partita è chiaramente troppo poco.
Adattamento fisico e mentale. Lo ha detto Allegri: «Uno si deve abituare a giocare ogni tre giorni». È questo un altro punto importante. Da quando è arrivato alla Juventus, Vlahovic ha già disputato 4 partite (3 in campionato e 1 in Coppa Italia), ed ora lo attende un altro impegno infrasettimanale: l’esordio in Champions League di martedì col Villarreal. Settimane più intense, impegni più ravvicinati, un maggior numero di partite. Anche questo fa parte dell’adattamento ad una nuova realtà, a cui serve dare il giusto tempo per immergersi a pieni polmoni.
Normalizzare l’entusiasmo. Anche qui rifacciamoci alle parole di Allegri: «L’entusiasmo va bene, ma non bisogna essere troppo euforici». L’acquisto di Vlahovic è stata la scintilla che serviva per dare una svolta ad ambizioni e mentalità, ma non solo lui deve vestire i panni del risolutore di problemi di questa squadra. Sgravare pressioni dalle spalle del numero 7 è il prossimo passo per normalizzare un entusiasmo che sì, aiuta a tenere alta l’asticella delle motivazioni, ma rischia di gonfiare aspettative e previsioni in un periodo ancora di interfaccia ad una nuova realtà.