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Vlahovic al Salone del Libro: «Ho voluto tanto la Juve, abbiamo lo stesso DNA» – VIDEO
Vlahovic al Salone del Libro: l’attaccante della Juve presente alla presentazione del libro di Guido Vaciago “Vlahovic Non finisce qui”
(inviato al Salone del Libro di Torino) – Dusan Vlahovic è stato presente al Salone del Libro di Torino, in occasione della presentazione del nuovo lavoro di Guido Vaciago, direttore di Tuttosport: “VLAHOVIC Non finisce qui. Così nasce un fenomeno”. In questo libro si racconta l’ascesa del giovane talento, con i racconti di chi l’ha scoperto, allenato e accompagnato in questo percorso. E tutti i retroscena della trattativa da 80 milioni di euro tra Juventus e Fiorentina. All’incontro, previsto per giovedì 19 maggio dalle 18.45 alle 19.45, hanno preso parte anche Matteo Marani ed Emilio Targia. Juventusnews24 ha seguito LIVE le sue parole.
BASKET – «Ringrazio tutti voi che siete qui oggi. Penso che in Serbia da quando siamo piccoli ci mettono sempre la palla in mano. Da quando ero piccolo avevo una voglia di essere sempre in movimento, ho cominciato prima col basket che era la mia prima passione, anche perché nella mia scuola elementare c’era una scuola di basket. Ho fatto due-tre anni di basket, poi giocando con i miei amici a calcio ho deciso di fare quello. Poi mia madre mi ha portato al primo allenamento».
JUVE – «Mi piace il Dna della Juve, di non mollare mai e crederci fino alla fine. Sono anche io un po’ così. Mi piace lavorare, quando smetterò di giocare non vorrò avere rimpianti. Il mio lavoro è un piacere, faccio una cosa che amo. Sono un privilegiato. C’è sempre da fare, anche quando pensi di aver fatto qualcosa di straordinario c’è sempre da migliorare».
PRANDELLI – «Non mi piace parlare di me come un campione, c’è ancora da lavorare. Spero un giorno di diventarlo. Mi emoziono sempre a parlare di lui. Mio padre non avrebbe fatto quello che ha fatto lui per me. Lo ringrazio tanto, ci sentiamo spesso. Mi ha spinto avanti, mi ha supportato e lo ringrazierò per tutta la vita. Qualsiasi cosa per lui ci sarò sempre, sono grato. Spero di vederlo presto. Fino ad ora è l’uomo di sport più importante della mia vita».
CHIESA – «Vorrei ringraziare Marangon per le parole che ha speso per me. Lo ringrazio tanto perché sono arrivato come un ragazzino e lui mi ha visto crescere, mi ha aiutato tanto. Queste persone non le dimentico, sarò sempre grato a chi ha fatto qualcosa per me. Con Chiesa ho condiviso lo spogliatoio tre anni, ora fortunatamente siamo di nuovo insieme. Lui si è fatto male quando sono arrivato, spero torni il prima possibile. Sappiamo tutti che giocatore è. E’ stato un piacere vederlo, speriamo che in campo ritroveremo la nostra intesa che avevamo a Firenze. Non vedo l’ora di giocare con lui, lottare per questa maglia e vincere insieme».
PAURE – «Nel calcio non ne ho, fa tutto parte del gioco. Dando tutto te stesso verrai ripagato. Le paura nel calcio non le abbiamo, il calcio è divertimento e dobbiamo farlo col sorriso. Nella vita siamo umani. Sono molto legato alla famiglia, non voglio neanche pensare a certe cose. Tutti noi abbiamo dentro qualcosa di profondo. E’ la vita, andiamo sempre avanti col sorriso e guardare in faccia le paure».
ESORDIO E PRIMO GOL IN CHAMPIONS – «Può sembrare un cliché, ma quando la gente dice di sognare di giocare la Champions, tutta l’atmosfera è diversa… Non avevo quell’esperienza, non ce l’ho ancora perché ho fatto due partite ma tutta la settimana respiri un’aria diversa. E’ una cosa speciale, ero orgoglioso di me stesso. Ho detto tra me e me ‘ Ci siamo, andiamo avanti, ora non ci possiamo fermare’. Veramente da brividi. Poi il gol segnato è un’emozione, tutti i gol sono importanti. È un’emozione forte, rara, che vorrei provare per tanto tempo e molto spesso. Devo continuare a lavorare più di tutti e speriamo che arriveranno tutte queste partite che speriamo saranno tantissime».
PRIMA PARTITA DI CHAMPIONS VISTA IN TV – «Si ma ero piccolo, me le raccontava mio padre. Milan-Liverpool 3-3 a Istanbul. Penso fosse questa».
OBIETTIVI – «Non guardo così in avanti. Ho dei miei obiettivi che tengo per me stesso. Ho chiaro in testa quello che vorrei fare. Speriamo che quello che sto immaginando io finirà scritto da qualche parte. I miei desideri, i miei obiettivi li terrei per me. Ho obiettivi chiari in testa, sto correndo per arrivare e spero di poterci arrivare. Obiettivi alla Juve? Sappiamo che è una società che vince da sempre e vincerà per sempre. È l’unica cosa che conta, non dobbiamo parlare ma lavorare. La pressione sono altre, le famiglie che lavorano. Noi dobbiamo giocare con passione, io ho iniziato per rendere orgoglioso famiglia e amici».
SEI FELICE – «Sono felicissimo. La mia vita sta andando bene, sono sano, la gente che mi circonda e la famiglia sta bene. Questa è la cosa che conta, l’affetto del pubblico e dei tifosi che mi dà una spinta in più. Quando sei stanco il pubblico ti spinge a fare cose che non puoi neanche immaginare. Sono felicissimo di essere alla Juve, l’ho voluta tanto e spero di raggiungere tanti obiettivi».
PARLARE ITALIANO – «Sono abbastanza socievole, chiacchierone. Per via del mio carattere ho conosciuto tante persone, anche a Firenze. Sono curioso, quando non capisco una parola chiedo sempre. Spero un giorno di parlare italiano perfettamente».