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Zazzaroni duro: «La Juve ha le gambe corte e i piedi piatti»

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Ivan Zazzaroni sul Corriere dello Sport ha parlato analizzato la situazione delicata che sta vivendo la Juve 

Ivan Zazzaroni, sul Corriere dello Sport, ha commentato il periodo di crisi che vive la Juve

PAROLE – «Due volte la Juve ha sbattuto il muso contro Udinese e Inter, ricevendo critiche sull’incapacità di produrre gioco; curioso che nel momento in cui ha ben giocato e creato tanto abbia comunque perso. A Napoli. La terza smusata. La Juve lotta contro se stessa e i propri limiti. Che sono di qualità individuale: ha le gambe corte e i piedi piatti. Non è casuale che abbia faticato allo Stadium contro avversari resistibili (esclusa l’Atalanta) che hanno saputo chiudersi, difendere (e sfruttare i vuoti e gli errori) ben sapendo che dall’altra parte non c’erano Ronaldo o Zidane, Baggio o Del Piero, Morata o Trezeguet, Vialli o Dybala, Platini o Inzaghi, Tevez o Quagliarella, ma sì. Non si è Juve se non si ha almeno un campione, un grande risolutore in grado di aprire all’improvviso le partite e mettere in secondo piano il livello del gioco: la vittoria è la coperta di cachemire che nasconde le magagne del divano. Ma Allegri non ha alcuna responsabilità in tutto questo? Quando una squadra importante allenata da un tecnico importante presenta una striscia negativa come l’attuale l’allenatore non è esente da colpe. Certo, non ha grandi scelte: ci sarebbe da rimpiangere Di Maria. Ma adesso rispondo con un’altra domanda che invita a una riflessione? Se questo gruppo avesse avuto la disgrazia di partecipare alla Champions e inevitabilmente scendere in Europa League dopo la fase a gironi, a che punto si troverebbe oggi? I primi a essere coscienti dei problemi della squadra sono gli stessi dirigenti bianconeri. Oltre ad alcuni tifosi. Poco importa però: quando vengono a mancare le vittorie e i punti, tutte le analisi, anche le più precise e articolate, si disperdono nell’aria sospinte dal vento della passione, del luogocomunismo e in alcuni casi della malafede o della simpatia selettiva».

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